Solidarieta'
AssociazioneAttivita'NotizieContattaciInformative

Cultura 
Solidarieta' 
Fotografia 
Pubblicazioni 
Manifestazioni 
Progetti 
Archivi 
Varie 
HOME>Attivita'>Solidarieta'

 

DARE TO LIVE

(VIVERE - il coraggio di vivere)

 

Il nostro concittadino Beniamino Catena

è il regista del Videoclip Vivere / Dare To Live

 

Beniamino sul set di Dare to Live

 " Non è solo un video musicale, abbiamo fatto un piccolo film, un sogno ad occhi aperti, lucido e luminoso, che racconta il cammino di alcuni sconosciuti, provenienti da ogni parte del mondo, che vagano in un immenso oceano di sabbia alla ricerca dell'unico albero da innaffiare. L'esperienza con Bocelli, Pausini e Actionaid, è stata quindi una grande occasione per esprimere un'idea universale, tanto semplice quanto simbolica, che sembrava perduta come un sacro e antichissimo tesoro ".

DARFUR

Un disperato richiamo alla nostra indifferenza.

 

Aiutiamoli con ogni mezzo !!

Quando vediamo un centro raccolta per questa regione del mondo non voltiamoci dall’altra parte:

 facciamo anche noi la nostra parte.

Ci voleva la mano di cinquecento bambini per dirci che la storia dell'orrore non ha tempo né luogo. È un pozzo universale dove cadono le vittime dei massacri, unite dalla stessa catena.
(guarda i disegni sulla guerra fatti dai bambini e le foto)
<B>La distrazione dell'Occidente<br>Un richiamo disperato alla nostra indifferenza</B>Che siamo davanti all'ennesimo capitolo troppe volte già affrontato e solo a parole superato. È accaduto qualcosa di terribile ("morte" "morti", scrivono in didascalia sotto i cadaveri). Le vittime abitavano in villaggi, in case semplici come la vita che conducevano. I massacratori venivano dalla città. Le prime si muovevano a piedi. I secondi avevano quanto meno cavalli, ma anche veicoli a motore, carri armati, elicotteri, addirittura aerei per quanto dagli allegri colori. Le une, se reagivano, lo facevano tirando frecce dagli archi. Gli altri disponevano di armi tecnologicamente avanzate. E, ah sì, inevitabilmente, gli aggressori avevano la pelle più chiara, gli aggrediti la pelle scura. Sono rispettate in pieno le condizioni di base del massacro modello.

Questa dei bambini del Darfur è veramente una galleria universale. Lo specifico è dato soltanto dai tetti di paglia delle capanne, dalla pancia gonfia di donne e bambini denutriti, dalle scritte d'accompagnamento, che qualcuno ha tracciato in arabo, altri in francese. O forse c'è anche qualcosa di più e d'altro, ma noi non siamo in grado di accorgercene perché a quel che accadeva in Sudan abbiamo prestato un occhio disattento.
A ben pensarci, la sensazione di orrore più profonda che questi disegni comunicano è proprio la nostra capacità di riconoscervi qualcosa che abbiamo già visto altrove e con questo abbassare la nostra soglia d'attenzione e di ribrezzo.

Questi disegni ci raccontano qualcosa che conosciamo e che in fondo, cinicamente, pensiamo sia inevitabile debba ripetersi, in luoghi lontani dai nostri riflettori e dai nostri interessi economici. Sono una prova, non solo di quanto accaduto nel Darfur, ma anche della nostra indifferenza passata e (speriamo di no) futura.

(guarda i disegni sulla guerra fatti dai bambini e le foto)

 L'azione dell'UNICEF

Sono oltre 4 milioni le persone colpite dal conflitto in Darfur, tra popolazioni sfollate e comunità intrappolate nelle aree di guerra: 1,8 milioni sono bambini e adolescenti sotto i 18 anni.
 
Dall'inizio del conflitto, oltre 2 milioni di persone, tra cui un milione di bambini, sono state costrette ad abbandonare le proprie terre d'origine e vivono ora in 700 campi per sfollati allestiti nei 3 Stati del Darfur, cui si aggiungono circa 230.000 profughi nel Ciad orientale.
 
Donne e bambini pagano il prezzo più alto della guerra, in termini di mancato accesso ai servizi sociali e di protezione di base: l'UNICEF stima che circa 75 bambini muoiano ogni giorno a causa di malattie prevenibili e curabili, per la difficoltà di ricevere cure mediche di base e acqua potabile.
 
Donne e ragazze sono le più esposte ad abusi e violenze sessuali, con ripetute denunce di aggressioni sia all'interno che fuori dai campi sfollati.
La mancanza delle minime condizioni di sicurezza resta il principale ostacolo all'assistenza umanitaria per le popolazioni colpite dalla guerra.
 
A partire dal mese di aprile, gli attacchi indiscriminati alle organizzazioni umanitarie sono progressivamente aumentati: 16 convogli di aiuti sono stati assaltati e saccheggiati, 22 operatori umanitari sono stati rapiti nel corso di imboscate e 2 detenuti temporaneamente dalle autorità sudanesi.
 
Altri ancora sono stati aggrediti fisicamente o minacciati; in 5 occasioni si sono registrati attacchi a sedi di organizzazioni umanitarie. 

La recrudescenza degli scontri e il continuo sfollamento di popolazione che ne consegue - 80.000 persone da gennaio 2007 - implica che, sebbene gli interventi umanitari abbiano progressivamente raggiunto un numero sempre maggiore di popolazioni in bisogno, la percentuale di persone che necessita assistenza rimane sostanzialmente invariato: allo stato attuale, l'UNICEF stima che circa il 50% della popolazione colpita dalla guerra non abbia accesso a strutture mediche di base.
 
Gli alti livelli di insicurezza incidono soprattutto sulla riattivazione e il regolare funzionamento dei servizi sanitari di base.
 
Se nella prima campagna di vaccinazioni d'emergenza del 2007 l'UNICEF ha potuto vaccinare oltre 6 milioni di bambini contro la polio in tutto il Nord Sudan, Darfur incluso, la riattivazione dei sistemi di vaccinazione di routine (indispensabili per una completa copertura vaccinale contro le principali malattie dell'infanzia) resta la difficoltà principale, in quanto presuppone strutture sanitarie adeguatamente equipaggiate e regolarmente rifornite, personale qualificato e un'erogazione capillare dei servizi a livello comunitario.
 
Per rispondere alle esigenze della popolazione colpita dalla guerra, l'UNICEF ha ampliato i propri programmi di emergenza in Darfur, con interventi nel settore sanitario e nutrizionale, idrico e igienico-sanitario, della protezione dell'infanzia e per l'istruzione:

  • 1,7 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo
  • 1,3 milioni di bambini sono stati vaccinati contro la polio
  • servizi di vaccinazione di routine sono stati finanziati in 260 centri sanitari
  • attività per la lotta alla malnutrizione sono state condotte in 140 centri nutrizionali
  • è stata fornita acqua potabile a 1,1 milioni di persone
  • garantiti servizi igienici a circa 450.000 abitanti
  • assistenza psicosociale prestata a oltre 270.000 tra donne e bambini
  • 516.500 bambini sono stati inseriti a scuola - un numero senza precedenti in Darfur 

Nonostante questo, la possibilità di raggiungere tutte le persone colpite dalla guerra resta la condizione indispensabile per un miglioramento della situazione umanitaria in Darfur.

L'UNICEF Italia sostiene tutti gli interventi d'emergenza dell'UNICEF in Sudan, Darfur compreso, in ambito sanitario e nutrizionale, idrico e igienico-sanitario, per l'istruzione e la protezione dell'infanzia, tramite l'apposito progetto di raccolta fondi

'Aiutare i bambini vittime della guerra in Sudan'.

 Fonti  internet

(guarda i disegni sulla guerra fatti dai bambini e le foto)

 

[Precedente][Cartella superiore][Successivo]

Copyright © Gruppo Spazio Giovani. Tutti i diritti riservati.
info@gsgiovani.it